Se desiderate contattarmi nel corso della spedizione, utilizzate il guestbook
Appena tornato dal c2. Ci ho passato due notti. L'idea era di fare una notte al c2 e una al c3, ma il tempo era ventosissimo, gelido e perturbato e così sono rimasto al c2. Qui al cb piove e stamattina, quando sono sceso dal 2, c'era tormenta...
Nei giorni scorsi, assieme ai miei tre compagni di salita, abbiamo montato il campo due e vi abbiamo dormito. Siamo ora in attesa di alcuni giorni di tempo stabile per salire al campo 3, a 7300 m, per acclimatarci un paio di notti. Fatto questo, saremo pronti per il tentativo di vetta, che presumibilmente non potrà avvenire prima di un paio di settimane, sempre meteo permettendo. Il nostro tempo non passa inoperoso, tra visite di cortesia al vicino campo base del Broad Peak, inviti a pranzo al c.b. degli italiani (Michele, Simone e Daniele) e spostamenti di posizione delle nostre tende. Dopo due settimane dal nostro arrivo al c.b., infatti, le tende si trovano pericolosamente e scomodamente appollaiate su funghi di ghiaccio e pietre alti sino a un metro, a causa della continua ablazione della superficie del ghiacciaio su cui poggiano. Se non vogliamo che cadano è giocoforza spostarle altrove. Nel frattempo al campo base continuano gli arrivi: ieri è giunta una spedizione di quattro cecoslovacchi con tanto di televisione al seguito e di uno zoo (incrocio tra yak e mucca) bello grosso. La notizia ci ha rallegrato in quanto il nostro cuoco Karim ci ha assicurato di poter fare uno scambio: 1 kg di carne del nostro montone contro due kg di carne di zoo (lo scambio è vantaggioso per noi in quanto la carne di montone è considerata più pregiata di quella di yak, che peraltro a noi piace di più). Oggi è atteso Agostino da Polenza mentre la settimana scorsa ci hanno raggiunto diversi alpinisti della nostra stessa agenzia, con una logistica separata e un diverso ufficiale di collegamento. Tra di essi, la statunitense Cleo Weildlich assieme ai suoi quattro sherpa. Cleo è reduce da un tentativo al Lhotse nel maggio scorso, che forse passerà alla storia come il primo AAA, ovvero un "Aviation Assisted Attempt", dovuto ai noti fatti dell'Everest (i.e. la mancata attrezzatura dell'ice fall da parte degli sherpa). Qui al K2 però niente elicotteri: Cleo si è impegnata un paio di giorni fa coi suoi sherpa nientemeno che sulla via Cesen, dove si trova tuttora. A mia conoscenza si tratta dell'unica spedizione impegnata quest'anno su questa via dopo che i due forti alpinisti greci Alex e Panos hanno optato anche loro per lo Sperone degli Abruzzi, stante l'abbondante neve sulla Cesen. Tornando agli arrivi recenti della nostra agenzia, (mi scuserente se non riporto i nomi ma solo la nazionalità) ci sono un iraniano, un macedone, un turco e un alpinista di Singapore! Tutti questi ultimi intendono fare una salita assistita con ossigeno e sherpa. Il turco si è portato dietro una mountain bike che, a suo dire, intende portare in vetta! Il macedone, invece, si è portato dei manubri da palestra con cui si esercita a petto nudo ogni mattina. Questi ultimi, mentre scrivo, sono giunti al campo due per acclimatarsi. E' arrivato anche un giovane finlandese, Sami, con 10 ottomila già saliti che intende salire senza ossigeno. Oltre a loro sono arrivati anche due spagnoli: si tratta nientemeno che di Miguel e di Ferran Latorre, due vere star nel loro paese. Ferran appena arrivato è salito subito a c2 per guadagnare tempo! Caspita! Per me è un onore e un piacere essere vicini di tenda di alpinisti cosi forti! La cinese Lou Jin è ora al campo base del Broad Peak, dove è atteso un summit push nei prossimi giorni. Nel caso in cui questo tentativo venga abortito, Lou e il suo sherpa punteranno direttamente al K2, posponendo la salita al BP. Medesima cosa farà la neozelandese Chris. Il numero di alpinisti presenti al c.b. del K2 ha già superato la sessantina e, considerando quelli in arrivo dal BP, potrà giungere ad oltre 70 quando ci sarà il primo "summit push". Tutto questo non fa che ricordarmi gli ammonimenti di Kurt Diemberger sui potenziali pericoli dovuti all'affollamento del traverso. Ma non solo: con così tanti alpinisti che salgono e scendono le corde fisse sono soggette a una inevitabile usura, senza contare il pericolo di caduta sassi, proporzionale al numero di salitori, in particolare tra il c1 e il c3. Nonostante gli aumentati pericoli dovuti all'affollamento, occorrerà però vedere quanti tra gli alpinisti presenti al campo base riusciranno a raggiungere il c4 il giorno designato della vetta, cifra che al momento è impossibile prevedere. Il nostro approccio è procedere step by step, facendo il possibile per l'acclimatazione e per stare bene in questa fase. Affronteremo i pericoli dell'affollamento quando sarà il momento: le contromisure sono essere veloci, in modo da stare in testa, e scegliere bene i tempi della salita e della discesa. Vorrei per finire spendere qualche parole sul nostro ufficiale di collegamento, capitano Ahmed. All'inizio la sua "rigidità" militaresca e la sua mancanza di esperienza in quota e con le spedizioni ci avevano messo un po' in difficoltà. Il passare dei giorni è riuscito ad ammorbidirlo un po', grazie anche all'ironia e al "savoir faire" di Klaus. Il nostro "cavallo di Troia" per far breccia sulla sua marzialità sono stati i nostri esagerati dialoghi a tre sugli "strani" costumi sessuali in occidente. Una volta compresa la nostra chiave ironica, è stato il capitano stesso a lasciarsi andare, ridendo con noi. Le risate sono contagiose e siamo così riusciti a stabilire un rapporto di stima reciproca. Memorabile la surreale conversazione quando Tam ha cercato di spiegare che cosa è e quando si usa il "tanga". Da parte mia, invece, ho indagato su quanto sia diffusa, benchè sotterranea, l'omosessualità in Pakistan, mentre invece ho scoperto per bocca di Ahmed come sia pressoché sconosciuto il fenomeno "trans" (operati). Purtroppo, quello che traspare sul ruolo e sulla condizione femminile in Pakistan, anche secondo la visione di persone istruite e "moderne" come il nostro capitano, lascia l'amaro in bocca. Noi siamo qui per salire le montagne, è vero, ma è difficile restare indifferenti a quella che appare come una condizione "medioevale". Nonostante molti qui possiedano uno smartphone e frequentino assiduamente i "social network", i rapporti tra uomini e donne sono per lo più quelli della tradizione più reazionaria, con la sola eccezione delle classi sociali dirigenziali e dell'altissima borhesia nei maggiori centri, dove lo stile di vita è occidentale nel privato pur conservando l'apparenza della tradizione nel pubblico.
Guestbook:
Congratulazioni per la maturità!
Un saluto a Claudio, Carlo e a tutti quelli che mi hanno scritto o anche solo pensato di scrivermi, con un in bocca al lupo particolare a Valentina.
Il meteo variabile di questi ultimi giorni ci ha bloccati al c.b. Tutte le spedizioni, vecchie e nuove, attendono quel po' di sole che stabilizzi il manto nevoso e riduca il rischio valanghe prima di salire di nuovo al c1 e al c2. Intanto il numero di alpinisti è aumentato, portando il totale delle presenze al cb del k2 a oltre 50. Klaus e io abbiamo approfittato del meteo incerto per fare un salto al c.b. del Broad Peak e tastare il polso della situazione arrivi laggiù. Mi scuso se non riporto tutti i nomi degli alpinisti ma sono talmente aumentati che è quasi impossibile ricordarli tutti. Ieri sono giunti al K2 i restanti membri della nostra agenzia tra cui un turco in bicicletta, un macedone, un finlandese (con un palmares di 9 8000 saliti), un iraniano, un alpinista di singapore e 4 sherpa nepalesi (portatori dei summenzionati). Molti di questi nuovi arrivi impiegheranno sherpa e ossigeno per la salita, ecco il motivo per cui non sono affatto preoccupati di essere arrivati in una data così avanzata. Ma gli arrivi non finiscono qui. Domani sono attesi al Broad Peak un gruppo di 12 spagnoli, che si aggiungereanno alle spedizioni già presenti (polacchi, messicani, taiwanesi, più una spedizione internazionale guidata da sherpa della Seven Summit Treks che comprende, tra gli altri, Chris, Alex e Gavin). Questi ultimi, dopo essere venuti ieri a trovarci, sono oggi sono saliti al campo due con l'intenzione di fissare il tre. Dubito però che ci riescano, dato il forte vento che oggi spira in quota. Tornando al K2, è arrivata ieri l'americana Cleo assieme ai suoi due sherpa personali e a un portatore d'alta quota di Satpara. Ci sono poi il canadese Al Hancock e la cinese Lo Jin assieme ai rispettivi portatori. Delle tre sherpani Pasang (27 anni), Maya (35) e Dawa (24) ho già accennato. I 12 sherpa che le accompagnano saranno anche i portatori d'alta quota del gruppo di una decina di alpinisti internazionali atteso domani. L'organizzatore è l'agenzia nepalese "Seven Summit Treks", in collaborazione con l'agenzia pakistana di Nazir Sabir. Uno dei due capi nepalesi dell'agenzia Seven Summit Treks di Kathmandu, ora la numero uno del Nepal, Mr. Tashi Sherpa, accompagnerà domani sino al cb del BP un gruppo internazionale di 35 tra alpinisti e portatori sherpa. Una parte di questo è diretta al GII, un'alta andrà a rimpolpare la già esistente spedizione internazionale al Broad Peak e, infine, la rimanente decina di alpinisti giungerà qui da noi. Mi scuso se ho dimenticato qualcuno e se vi sono imprecisioni, ma le cifre sono difficili da verificare e cambiano ogni giorno. La novità che balza all'occhio è la massiccia presenza di sherpa e di spedizioni organizzate da agenzie nepalesi, con propri cuochi e logistica che si appoggiano solo per le formalità a un corrispondente pakistano. Questo è un fatto quasi inedito per il Baltoro e sarà interessante verificare il costo di questi pacchetti "chiavi in mano", con o senza ossigeno. Questa massiccia presenza costituirà, inevitabilmente, un fattore di rischio in più per una montagna come il K2, dove la presenza di clienti accompagnati da sherpa con ossigeno, la diversa velocità ed eterogeneità degli alpinisti presenti provocherà rallentamenti nei punti chiave. I numeri del 60-enario (60-80 alpinisti attesi) sono per fortuna ancora ben lontani da quelli del 50-enario, (250) tuttavia c'è da cominciare a preoccuparsi. Chi vivrà, vedrà. Concludo con una nota allegra a smentita della credenza che qui sia tutto sacrificio e sofferenza: ieri sera al campo base italiano del 60-enario c'è stata una grande festa, con balli e canti, a cui hanno partecipato le tre sherpani. Noi siamo andati a letto presto e, complice la distanza tra i nostri due campi superiore al mezzo km, ce la siamo persa. Poco male, a quanto pare ci sarà un bis. Non che la vita in questi giorni al campo base sia tutta rose e fiori, tra continui rinvii, nevicate a ripetizione, freddo e vento forte. Ora il problema principale è rappresentato dalle corde fisse sepolte e dalla neve accumulata lungo la via di salita, lo Sperone degli Abruzzi, che raggiunge mezza gamba. Occorrerà sangua freddo e molta pazienza...
Il numero di signore al campo base aumenta! Olte alle 3 sherpani con i loro 12 amici sherpa e ad Al hankok è giunta al cb del k2 anche una cinese, Li - il nome per intero non lo so - portando a 5 il numero delle donne al k2. Tam è stata stasera a cena dai polacchi, educatissimi e simpaticissimi a quanto racconta, passando una bella serata. Cena a base di pasta cotta a puntino, spiedini e... vodka come se piovesse! Fuori nevicava!!! Stanotte film in italiano da Daniele Nardi, anche se io preferisco al film la lettura sul kobo di "A Game of Thrones".
Domani ancora riposo, poi, se il tempo si rimette in sesto, saliamo.
In merito ai clamori suscitati dal ritrovamento da parte del mio team di un cumulo d'immondizie al c.b. del Broad Peak, desidero precisare quanto segue:
1) Il ritrovamento è avvenuto il giorno 24 giugno, quando ho fotografato, per segnalarlo alle autorità competenti del Parco, un mucchio di rifiuti freschi che il vento stava disperdendo in un sito abbandonato di recente al campo base del Broad Peak.
2) Durante i miei 6 trek lungo il Baltoro nel corso di 14 anni mai avevo visto una cosa simile, per cui il mio team ed io, incuriositi, abbiamo esaminato e fotografato i singoli rifiuti, per cercare di capirne la provenienza.
3) Tra le immondizie abbandonate c'erano carte scritte in tedesco, diverse cartoline della spedizione di David Lama oltre a contenitori vuoti di vetro e plastica di note marche come Felix Gulaschsuppe, Nutridrink, Milka Chocolade, etc: tutti prodotti chiaramente non di origine pakistana quanto piuttosto tedesca o austriaca.
4) La mattina del giorno stesso in cui ci siamo accampati al c.b. del B.P., il 24 giugno, la spedizione austriaca condotta da David Lama aveva appena lasciato il medesimo campo base. Li abbiamo infatti salutati a Concordia quella mattina durante il nostro trek di avvicinamento al K2. Nessun'altra spedizione aveva lasciato quel giorno o nei giorni immediatamente precedenti il campo base del BP.
A seguito della mia segnalazione su twitter la Hunza Guides, Agenzia che cura la logistica della spedizione di David Lama, ha posto tempestivo rimedio al problema provvedendo a rimuovere, in collaborazione con la Spedizione EvCNRk2, in data 27 giugno i rifiuti suddetti e a trattarli in modo appropriato, come risulta dalla comunicazione inviata sul sito facebook di Tamara Lunger il 2 luglio da parte di Amirullah Khan (Amir), presidente delle Hunza Guides Pakistan.
Vorrei precisare che il fine della mia segnalazione non era certo rovinare la reputazione di alcuno, tantomeno di una stimata agenzia quale la Hunza Guides né quella di David Lama: a volte i capo-spedizione sono ignari di quando accade e non possono materialmente controllare tutto. Da parte nostra, noi non potevamo far finta di niente e tirar dritto, lasciando che i rifiuti di plastica trasportati dal vento viaggiassero incontrollati attraverso il ghiacciaio di Godwin Austen.
Sono lieto che la nostra segnalazione abbia contribuito a risolvere il problema, che il 24 giugno esisteva, come documentato fotograficamente e dalle testimonianze visive delle persone presenti al ritrovamento, tra cui il rappresentante della nostra Agenzia, ATP, Mr. Sultan, il nostro L.o., cap. Ahmed e i miei compagni di spedizione Tamara Lunger e Nikolaus Gruber.
Tutti abbiamo a cuore un Baltoro pulito, nell'interesse di quelli che ci vivono e lavorano.
Mi auguro che questo ponga fine alla polemica e che possa comunque essere stato utile per migliorare le condizioni del fragile ambiente glaciale che ci circonda.
Giuseppe Pompili
Dopo aver montato il campo uno in un nido d’aquila a 6000 m, siamo oggi discesi dal campo due, a 6600 m circa, direttamente al base. Al campo due, per ora, si trovano solo quattro tende montate: due della spedizione italo-pakistana del 60-esimo, quella di Tam e Klaus, e infine una dei greci. La mia è smontata e lasciata in deposito sotto il camino Bill. Tam e Klaus oltre a Simone e Michele e ai tre membri del team pakistano sono gli unici alpinisti tra quelli presenti che hanno per la prima volta dormito ieri al campo due. Io ho raggiunto il due ma ho preferito tornare nella mia tenda all’uno per riposare meglio. Considerato che siamo giunti al base appena sei giorni fa, tutto sta procedendo bene. Dopo un meritato riposo e recupero oggi al base che si protrarrà nei prossimi giorni (per evitare un’ondata di maltempo prevista), siamo pronti a ritornare al c2 al più presto per proseguire il nostro acclimatamento. La strada verso il campo tre e la vetta è ancora lunga, ma chi ben comincia...
Ieri è giunta l’attesa spedizione di sherpa, organizzata da Nazir Sabir per conto della nepalese “Seven Summit Treks”, senza clienti, ma con l’obiettivo dichiarato di portare in vetta, per la prima volta, quattro giovani donne sherpa nepalesi, le cosiddette sherpani. Con loro è giunto anche il canadese Al Hancock che salutiamo calorosamente.
Guestbook:
Grazie, Federico, per avermi informato. Domani scriverò con Tamara e Klaus.
La prima cosa che si fa non appena sistemato il proprio campo è andare a far visita a quelli degli altri, sia per cortesia che per mantenere relazioni di buon vicinato. Eppoi la curiosità è femmina e Tamara voleva conoscere il fotografo della spedizione italiana (che ha con sè un vero e proprio studio fotografico). Tre giorni or sono, quando siamo giunti noi, c'erano già tre spedizioni. Purtroppo i greci di Alex e Panos erano impegnati sulla Cesen, mentre i polacchi erano in gran parte saliti al campo uno per fare acclimatazione. Così ci siamo recati al campo base della spedizione italo-pakistana K2 60 anni dopo, organizzata dal comitato EvCNRk2 con finalità sia scientifiche sia alpinistiche. I mezzi della spedizione sono davvero notevoli e non solo dal punto di vista alpinistico: cineoperatori, fotografi, ricercatori. Dico solo che nel campo c’è una rete wifi con doppio modem sat. E la banda non basta mai, dato che tutti sono dotati di smartphone, phablet, mac e ogni sorta di aggeggio elettronico ciuccia banda. Facebook impazza al campo base come ormai in ogni altro luogo dell’orbe: Orwell aveva visto giusto. Devo dire che siamo stati accolti con grande gentilezza da Maurizio Gallo e da Michele Cucchi che ci hanno permesso di “scroccare” un po’ di banda. Per ricambiare, non potevamo che organizzare una cena tirolese il cui piatto forte sono sati i canederli preparati sul posto. Klaus e Tam avevano portato tutto l’occorrente, cioè speck fatto in casa da Klaus, diversi kg di pane secco a quadratini, prezzemolo e tutto il resto. Io ho solo potuto fornire la manovalanza nella preparazione, che ha consistito nel prendere l’impasto fresco preparato da Tam e fargli assumere la consistenza di palline di 5-6 cm di diametro. Così l’altro ieri sera, dopo una cottura di 16-17 minuti i canederli sono stati serviti a una mega tavolata, presenti tutti gli italiani (tra cui anche Daniele Nardi, appena giunto). Devo dire che a tavola c’erano degli intenditori e il timore era che a 5000 m la cottura potesse non essere fatta a dovere. Ma la prova del cuoco è passata a pieni voti e i canederli hanno avuto i complimenti da tutti, con menzione speciale da parte di Michele. Come dolce, frutta essiccata ma morbida a rondelle di provenienza bolzanina, dono di Klaus. La grappa ci doveva essere a fine cena ma abbiamo scoperto che se la erano già fatta fuori i pakistani, alla faccia! Daniele ci ha poi intrattenuti con le sue barzellette, non proprio freschissime ma raccontate con un accento ciociaro che ha messo in difficoltà Tam e Klaus. Devo dire che, a parte Daniele, io ero l’unico altro “sotto Po’” della tavolata… e che tra bergamaschi e lombardi mi sono sentito un po’ straniero in patria. Abbiamo finito la cena relativamente presto (verso le 20:30) un po’ per il freddo, ma anche perché l’indomani (ieri per chi ci legge) sia Michele e Simone che noi tre dovevamo salire al campo uno. E così abbiamo fatto, dopo 5 ore di salita dal c.b. sotto un sole infuocato. Il “pranzo” al c1 è stato ben più spartano della memorabile cena tirolese della sera prima: come dice Charles Bukowsky, “Accontentarsi tra un’agonia e l’altra, è l'elisir dell’esistenza”.
Guestbook:
Franbos!!! Sono contento di sentirti, ti penso sempre e ti ringrazio sempre quando guido la mia bellissima vettura..
Ale: Credi davvero che in agosto che potrei risparmiare alle guide del Cervino una svalangata di foto?
Emanuela: Ho imparato a fare i canederli meglio delle tagliatelle! Corso accelerato di cucina a 5000 m..
Pier: Purtroppo io invece non posso seguire voi, il mio contatto con il mondo è solo questo satellitare costosissimo. Godetevi la vita!