Finalmente! Siamo stati sino al campo 2 e questa sera dormiamo al c1. Ricominciamo l'acclimatazione. Nell'ultima foto, quella azzurrognola bruttina, c'è nientepopodimenoche Gnaro Mondinelli con la Sandra (fidatevi! so che non si vede praticamente nulla...).
Guestbook:
Adriano per Luana e Manu: Finita questa, mi dedico esclusivamente al mare.
Adriano per Marco: Vengo all'adunata, aspettatemi!
Sandra per Carmen: Uno shatsu al campo base ci starebbe proprio bene...
Sandra per Lalla e Giglio: Baci, ragazze!
gp per A1: Cosa posso dire? Hai ragione!! La NNT è il massimo dei tour operators, lo sa anche il gatto. Che vuoi, è il cinquantenario del Broad Peak, per questo c'è una marea di gente. Oggi però siamo saliti "solo" in una quarantina, e siamo in compagnia dei miti dell'alpinismo mondiale, mica chiacchiere!
gp per Rosy: Mi è passato lo squacquerone, grazie! Ce l'ha l'Edurne, adesso... >:-)
gp e sss per il modenese: Grazie amico! Un grazie doppio da entrambi.
Siamo saliti sino al c3 e abbiamo montato le nostre tende con l'aiuto dei portatori. Sandra, Marco e Adriano sono rimasti a dormire lì, per questa notte, io no purtroppo. Il mal di testa mi ha obbligato a scendere e passerò la notte al c2. Domattina salirò di nuovo (se mi sarà passato, come spero) e poi scenderemo tutti insieme. Mi secca questa storia del mal di testa, ma non posso passarci sopra e far finta di niente, non sia mai che per fare il furbo mi catturo un edema cerebrale. Mondinelli e Confortola hanno montato il loro c3 e sono scesi subito al cb. Il tempo è buono e noi siamo in forma.
Tutti di nuovo al cb: siamo scesi sotto una nevicata, e sembra che adesso ci saranno due giorni di maltempo. I vostri eroi sono stati però gli unici, oltre a Mondinelli e Confortola, a raggiungere il c3. Ma che fatica! E siamo solo all'inizio... Adesso ci prepariamo per l'attacco alla cima: ci laviamo per benino, ci sbarbiamo e ci facciamo belli... Stiamo bene e il morale è ottimo, ma oltre il c3 la neve supera il metro e per batter traccia dovremo unire le forze almeno con un'altra spedizione. Stufi di bere acqua calda abbiamo acquistato da un portatore di passaggio a 13 EURO una bottiglia di Pepsi: ci sembra meglio di un Cartizze (e costa anche di più...).
Guestbook:
Adriano per Alberta, Tommaso e Claudio: speriamo nella prossima finestra, forse riusciamo ad arrivare in vetta.
Adriano per Marco: Vengo all'adunata, aspettatemi!
Sandra e Tox per Miro e Dusko: Durante le lunghe notti del Karakorum la speranza non muore. Attendiamo la finestra del bel tempo e ci armiamo di buona volontà per batter traccia oltre il C3 fino alla vetta! Una saluto a tutti e a un caro amico che non vediamo da troppo tempo.
Dopo qualche giornata di neve il Godwin Austen assomiglia sempre più a una pista da sci e la mia tenda a un igloo. E' arrivato il momento giusto per chiedermi "che ci faccio qui". La logica non ammette scappatoie, Quella manciata di minuti di felicità in vetta (ammesso che riesca a raggiungerla) appaiono una ricompensa troppo piccola per un mese di fatica, pericoli e patimenti. Ci deve essere dell'altro, ma non è facile capire di cosa si tratti. Che cosa spinge il plotone internazionale di masochisti di cui faccio parte anch'io, a una faticosa masturbazione lunga un mese? La mia risposta parte da lontano, dal basso, dal piano, dal rubinetto di casa. Penso a un bel bicchiere di acqua limpida e potabile della mia cucina. Dietro a quel bicchiere c'è un acquedotto, una rete idrica, svariati punti di controllo di qualità. Ai campi base sul ghiacciaio del Baltoro, l’acqua è torbida e inquinata e va bollita, ma per via della quota bolle a una temperatura più bassa, non si sterilizza provocando frequenti dissenterie. E il suo gusto assomiglia a più quello dell’acqua distillata delle batterie, che a quella che proviene dalla rubinetteria di casa. Ai campi alti c'è solo neve e ghiaccio. Per bere occorre sciogliere la neve - spesso nella stessa pentola dove di è cucinato il cibo - e il risultato è sempre acqua calda, ma in più con un sapore sgradevole che le polverine non riescono a cancellare. In questi frangenti la comodità del campo base, con i thermos sempre pieni e un'ampia scelta di bustine al gusto d'arancia o di te, si fa rimpiangere. Il giorno della vetta, infine, durante le interminabili faticosissime ore della salita, quando le labbra bruciano e i passi si fanno lenti per la mancanza di ossigeno, persino i disagi dei campi alti si fanno desiderare. Così, tanto più ci si avvicina a non avere nulla, alla linea di confine tra vita e non vita ecco che riscopro il valore enorme del poco rispetto al niente e all’immenso lusso che mi concedo quando, seduto sul divano di casa sorseggio distrattamente un bicchiere di comunissima acqua di rubinetto. Riesco a apprezzare il valore delle cose se non quando ne sono privato e le fatiche dell’alta quota diventano il modo per ritarare periodicamente la mia bussola dei valori, per riapprendere ad apprezzare le piccole cose. Non è il brivido del rischio che mi porta a affrontare i disagi, né la mistica della montagna, che lascio volentieri ai poeti e agli esperti E' piuttosto la possibilità di rivalutare quello che ho e con troppa disinvoltura do per scontato. Beni preziosi come la salute, l'affetto delle persone care e, perché no, la possibilità di godermi un comune bicchiere d'acqua come se fosse il miglior vino del mondo.
Guestbook:
Sandra, Marco, Adriano e Giuseppe per Sergio: Sentiamo la tua mancanza, e ti siamo grati per tutto quello che hai fatto per noi e per i consigli che ancpra ci dai.
Sandra, Marco, Adriano e Giuseppe per Alberto: Grazie per l'incoraggiamento! Forse, visto il tempo, l'unica scelta razionale l'hai fatta tu..
Sandra, Marco, Adriano e Giuseppe per Carlo: La scelta del periodo per il trekking era perfetta, ma speravamo che il tempo tenesse anche per noi! Nel frattempo, sei stato eletto membro onorario della spedizione.
gp per Rosy: Per un pesciolino di mari tropicali come te, le alte quote sono un altro mondo e proprio per questo ti ringrazio per le tue parole e perché ci segui con assiduità. Un bacione.
C’è una finestra di 4 giorni: è la nostra. Oggi aspettiamo che la neve si assesti, domani partiamo alle 4 con il gruppo dei baschi e – forse – con Edurne, per il c2. In teoria il giorno successivo c3, dove ci raggiungerà Mondinelli, e poi il tentativo della vetta. La via di salita è ripida e torreggia sopra di noi: le montagne del Karakorum non fanno sconti, dure e aspre come questa terra. Se si scivola dal c1 o dal c2 si arriva direttamente al campo base. Bisogna far attenzione al ghiaccio vivo e alla caduta pietre, alcune smosse anche da altri alpinisti malaccorti. C'è già stato un ferito americano, evacuato qualche giorno fa in elicottero, colpito alla tibia da una pietra. Le difficoltà maggiori sono oltre il c3: neve alta più di 1 metro con crepacci nascosti e poi il crestone finale roccioso, esposto e con gendarmi, e infine insidiose ampie cornici sospese sul vuoto del versante tibetano. C'è anche la quota, che ti taglia le gambe... Ma noi stiamo bene, il morale è ottimo e c’è una piccola vedetta veneta (di Conegliano) che scruta il cielo con inquietudine…
Guestbook:
Adriano per Gennaro: bravo, ma stai accorto a come di muovi…
Adriano per Roby e Claudia: Un abbraccio forte per la cima.
Campo 2. Questa notte la passiamo qui, in compagnia di Simone. Il campo base si è svuotato, tutti hanno cercato di raggiungere i campi alti, ma non c'è spazio per altre tende. Noi siamo tranquilli, le nostre erano già ben piazzate. Incrociamo le dita, sperando che il sole continui a splendere per almeno altri due giorni.
Campo 3. A 7000 metri il respiro si fa più difficile. Da quassù il panorama è ..... mettete l'aggettivo che preferite, il più roboante, poi moltiplicatelo. Ecco, il panorama è proprio così. Domani è previsto un peggioramento del tempo intorno a mezzogiorno: speriamo di essere già sulla via del ritorno, anche se i 1050 metri di dislivello che ci separano dalla vetta sono veramente tanti. Ci seccherebbe non poco dover rinunciare a un passo dalla cima, soprattutto perché sembra che il tempo poi sarà infame per una settimana, e noi vorremmo approfittarne per riposare e trasferirci sul K2. La partenza è per mezzanotte.
Guestbook:
Ho fatto un po' di pasticci con il satellitare (o li ha fatti lui da solo), fatto sta che abbiamo problemi nel ricevere i vostri messaggi per intero, ma vi ringraziamo tutti, sinceramente, per l'affetto che ci dimostrate e perché vi sentiamo vicini. Grazie a tutti, di cuore.
VETTA! Ce l'abbiamo fatta, e non ci sembra vero. In realtà io mi sono fermato duecento metri prima, sull'anticima, avevo paura di non farcela a tornare indietro. C'era freddo, tanto vento, e la salita è stata durissima. Ho sicuramente pagato il fatto di non aver passato che una sola notte al campo 3, mi mancava ancora un po' di acclimatazione, e la giacca che avevo era troppo leggera. Comunque siamo tutti contenti, stravolti ma contenti. 17 ore e 45 minuti tra salita e discesa, non esattamente una passeggiata. Siamo andati su con i migliori, Mondinelli, Gerlinde Edurne, Confortola... e avevamo il loro passo. E questo, per della gente comune come noi, è un grande successo e un immenso orgoglio.
File audio dal diario di Sandra (742 kb)
Campo base. Siamo scesi in mezzo alla bufera. Un vero disastro di tempo, non si vedeva niente. Adriano è rimasto al c2, con un portatore. Era troppo stanco per scendere ancora. In realtà siamo tutti cotti, ma erano cotti anche i "grandi". E' stato difficile, molto molto difficile. Se non fossimo stati così tanti non ce l'avremmo fatta, e questa credo sia stata la ragione per la quale i russi non sono saliti. La neve era alta, batter traccia in poche persone sarebbe stato impossibile. Oggi festeggiamento piccolo (in attesa di Adriano) con una Pepsi, domani festa grande!
(scusate il mancato aggiornamento di ieri, ma mi hanno cambiato improvvisamente la password.. n.d.r)
Guestbook:
Non sappiamo neanche da che parte cominciare!! Mi si è rimesso a posto il satellitare (sempre misteriosissimo) e ho ricevuto tutti i vostri messaggi. Che dire... siamo commossi! Un abbraccio forte a tutti (compresi quei disgraziati di ihv..).