Ieri è stata una giornata di pioggia intensa, con il bel risultato che mi sono beccato un raffreddore da chilo. Il gruppo di trekking ci ha impiegato quasi 9 ore a percorrere questo tratto, Adriano e io circa la metà (dobbiamo o no restare in allenamento?). Oggi giornata di riposo qui a Paiju, e questa sera c’è anche una festa, con canti e balli, perché inizia il ghiacciaio vero e proprio e 11 dei nostri 120 portatori tornano a casa. Sembra un numero esorbitante, ma ognuno di loro trasporta 20 kg, e ci sono le provviste, le tende, il pentolame e... una capra.
Per l’occasione la poveretta è stata macellata e divisa in 120 pezzetti uguali. La carne è un alimento importante, e anche per noi oggi sarà la nostra ultima razione: se ne riparlerà ad agosto. Lungo la strada abbiamo incontrato un'alpinista, Gloria Brighenti, che tenterà il Gasherbrum II, accompagnata da un fortissimo sherpa nepalese. Tasto dolente. Anche noi attendevamo due sherpa nepalesi, che dovevano raggiungere la nostra spedizione, ma ci hanno dato buca. Magie del satellitare, abbiamo contattato il nostro corrispondente a Islamabad che ci invierà due forti portatori dell’Hunza: speriamo di non essere ancora un volta gli unici alpinisti a non avere alcun aiuto, come sull’Everest! Una montagna si può anche fare, ma due, su e giù decine di volte, ci sembra proprio un azzardo. Domani arriveremo a Urdukas, 8 ore di cammino da qui. E’ un tratto bellissimo, circondato da montagne molto alte, che forse ci impediranno di mandarvi nostre notizie. Abbiamo ricevuto tutti i vostri messaggi, che ci fa sempre piacere leggere, e vi salutiamo con affetto.
Ma potevo lasciarvi senza il brivido di una musica baltì 100% original? L'audio lascia alquanto a desiderare, ma più di questo non so fare... musica della festa (mp3; 146kb)
Ieri abbiamo compiuto il tratto più impegnativo del trekking, 20 km di morena raggiungendo quota 4000. Ci siamo suddivisi in tre gruppi, in base alle caratteristiche atletiche di ciascuno. Il primo (con Adriano piè veloce) si è lanciato in avanti alla conquista delle piazzole per le tende, il secondo (con gli ottimi Marco e Sandra) era composto dai trekkers di media levatura e il terzo (con il nostro prezioso dott. Roi) per quelli un filo più lenti o con qualche acciacco. Io ho fatto un po’ la spola tra il secondo e il terzo, ed è stato proprio quest’ultimo a darci le maggiori soddisfazioni. Su consiglio del dott. Roi, la marcia veniva interrotta ogni ora con 15 minuti di riposo e un piccolo ristoro: il risultato è stato brillante, perché dopo 12 ore sono arrivati tutti e quattro (Giuseppe C., Tullio, Antonella e Serena) stanchi, ma non spossati. Questo modo di procedere, riposando e mangiando qualcosa a intervalli cadenzati, permette di recuperare le forze spese e di affrontare sforzi anche considerevoli.
Il tempo oggi è stato magnifico, e in 7 ore sono arrivati a Gora II (4400m) anche gli ultimi del gruppo (per darvi un metro di paragone, il solito Adriano ci ha impiegato 3 ore e 10’, io 3 e 30’). L’arrivo al campo base del Broad Peak, previsto per domani, l’abbiamo rimandato a dopodomani, per consentire a tutti di godersi pienamente il trekking. Abbiamo infatti deciso di spezzare in due tratte, di circa 4 ore l’una, il cammino che ancora ci manca e di accamparci domani sera a Concordia (4600 m), la vera perla di questo trekking. Stiamo tutti bene, salvo piccole magagne legate alla quota (per Antonella) e all’acqua (Serena e io). L’acqua è il vero problema in questo genere di viaggi: per quanto si cerchi di purificarla, c’è purtroppo sempre la possibilità di soffrire di dissenterie. Il dott. Roi ci assicura che per domani sera saremo tutti guariti. I nostri portatori sono gentilissimi, ma purtroppo la conversazione si limita a “How are you?” “Fine, thank you” : ripetuta più volte al giorno, ma sempre quella! I nostri sposini in viaggio di nozze sono felici, e – con grande soddisfazione della componente femminile – Donatella è decisamente una trekker migliore del marito.
Voi dove avete dormito? Dentro una stanza, sudaticci, in un'afa asfissiante o (i più fortunati) con il ronzio impertinente di un condizionatore, immagino… Noi no! Sotto un cielo terso, al Circo Concordia, tra le più belle montagne del mondo, a 4600 m, felici e soddisfatti. Concordia è generato da tre ghiacciai che scendono dal K2 (il Godwin Austen), dal Broad Peak (il Broad Peak Glacier) e dalle seraccate del Baltoro Kangri. Nella nostra “stanza da letto” avevamo a destra il gruppo dei Gasherbrum, di fronte l’imponente mole del Broad Peak e a sinistra l’elegante piramide del K2. Emozionanti ottomila, maestosi e colossali. Vi ha dato fastidio il rumore della strada? Il silenzio, a Concordia, è rotto solo dal fruscio di un vento leggero, che profuma di ghiaccio.
Nelle prime ore del pomeriggio di oggi siamo arrivati al campo base (c.b.) del Broad Peak (4850 m), in quasi 6 ore. La quota si fa sentire, ma stiamo tutti benissimo. La montagna è immensa, 3000 m di parete sopra di noi, striata di bianco. Si vede il percorso di salita, e c’è già una spedizione che ha montato il suo terzo campo. Qui al c.b. c’è ancora pochissima gente, e noi ci siamo scavati nel ghiaccio le piazzole per le nostre tende, nel posto migliore.
Tra pochi giorni arriveranno tutti gli altri: attendiamo con impazienza i nostri amici, una spedizione austriaca di circa 20 persone con cui siamo già in contatto da tempo e Mondinelli (al suo quattordicesimo 8000) con Magliano. Domani il gruppo di trekking ci lascia, tornerà indietro per la stessa strada perché il passo di Gondoghoro è chiuso. Resteremo qui noi quattro, il dottor Roi e Simone.
Prima di iniziare il lungo cammino di ritorno, i tre intrepidi del gruppo trek - Giuseppe Carra, Carlo e Serena - accompagnati da Marco, hanno coronato il loro sogno, raggiungendo il cb del K2, che dista circa un’ora e mezza da dove ci troviamo. Salutiamo con baci e abbracci il gruppo di trekking che se ne va: siamo stati bene insieme e anche se, forse, per loro è stata più dura del previsto, hanno stretto i denti e ce l’hanno fatta tutti. Bravi!!!!!
Per noi della spedizione è giorno di riposo. Beh, quasi riposo, dobbiamo riorganizzare il campo dopo la partenza dei nostri amici. A quasi 5000 m la quota si fa sentire: Adriano e io abbiamo dormito male, Simone ha avuto problemi di stomaco. Con il binocolo osserviamo la via di salita che incombe verticale sopra le nostre teste. Minuscoli puntolini neri sulla parete ghiacciata: sono gli alpinisti delle altre spedizioni che stanno salendo al c2.